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Cinema, Cultura e Spettacolo, Spettacoli e Appuntamenti, Teatro

ROMA STATE OF MIND: Enrico Brignano racconta la romanità.

Sarà nella città della Regina mercoledì 24 agosto, Enrico Brignano, il celebre comico romano. Dal Laboratorio di Proietti ad Un medico in Famiglia, al teatro, al cinema. Quando ha capito che nelle sue vene scorreva il sangue dell’arte della risata? “L’ho percepito prima chiaramente di arrivare al Laboratorio; l’ho scoperto in una scuola completamente differente: quella da tecnico di industria meccanica e nel tragitto che facevo la mattina per andare a lezione e il pomeriggio quando tornavo a casa. Il treno, l’ autobus, il numero 94, il trenino Lido di Ostia – Roma: questi sono stati i miei primi palcoscenici” racconta Enrico. Un palcoscenico popolare. “Un palcoscenico popolare dove bastava qualcuno dei miei compagni che mi richiedeva a grande richiesta “facci l’insegnante di tecnologia applicata” e io partivo. In questi momenti ridevano anche i viandanti che presi dall’ingenuità di un ragazzo che prendeva in prestito personaggi e voci dalla vita quotidiana, pur non avendo assolutamente voglia di ridere” conclude. Sono romano ma non è colpa mia, è il nome dello show che Brignano sta portando in tour. Sono tanti gli attori della capitale che nei decenni hanno saputo farci ridere con la loro battuta sempre pronta e un’ironia fuori dal comune, i romani sono forse gli artisti della risata per eccellenza nel nostro paese. Dal grande Sordi fino ad arrivare a lei, Enrico. Alla fine essere romani non è così male. “Ultimamente essere romani è diventata una specie di colpa, da quando alcuni presuppongono che Roma sia ladrona. Roma da oltre 2000 anni di storia ha dettato legge e ha fatto leggi che ancora oggi vivono in tutto il sistema occidentale. Roma non è una città. E’ uno stato d’animo. Prendersela con Roma significa non prendersela con un nemico vero. Coloro che ne parlano male sono in realtà quelli che non vedono l’ora di prendere una poltrona a Roma, l’appartamento dell’ente e una prostituta” spiega Brignano. “Noi romani, per numero 4 milioni e mezzo, per una condizione di una città caotica, da sempre bistrattata, infernale per alcuni versi e bellissima per altri, siamo disfattisti, cinici, generosi, sicuramente molto più pronti al nuovo di tanti altri, più tolleranti. Tutto questo rende la popolazione decisamente più scaltra, in generale. Poi fra tanti, che ne so, uno su mille ad esempio, sbuca un personaggio divertente. In relazione al numero di abitanti da sempre ci sono molti romani che rientrano negli annuali del divertimento, dell’ironia, dell’autoironia, di questa celebrazione dell’identità romana. Io faccio parte di un certo tipo di scuola che è legato alla propria città. Sono romano ma non è colpa mia è uno spettacolo, una sorta di Excusatio non petita, accusatio manifesta, in cui in effetti non mi scuso affatto di essere romano, bensì porto la romanità ad un livello accettabile, divertente, non ostentato ma nemmeno così celato. Una romanità non vietata, ma rivolta a tutti affinché ognuno possa godere al meglio della musicalità del suono; non si tratta di canti popolari ma di un modo d’essere” continua Brignao. “Una formula che ha premiato molto. Siamo alla centesima replica per un totale di circa 150 mila spettatori. A Verona, casa della Lega, in un Anfiteatro Romano, che pensano essere loro, ma in realtà è stato costruito da illustri predecessori, abbiamo fatto 7000 paganti. E’ uno spettacolo di grandi soddisfazioni” sorride compiaciuto. Nel 2012 la vedremo come ospite ne i Cesaroni 5. “Si, ma non so ancora nulla: è un po’ come si fanno i contratti del calcio. Hanno comprato il cartellino. So, su per giù, che sarò uno dei fratelli che vive a Milano. Ma fino a settembre non saprò altro”. Quanto è importante ridere soprattutto in un periodo così buio culturalmente, artisticamente ed economicamente come questo? “Ridere è sempre stato importante. Una fabbrica che non chiudeva mai anche in periodo di guerra era la fabbrica della risata. Anche in periodi bui in tutte le nazioni lo spettacolo ha sempre sollazzato e tirato su i morali delle popolazioni: si pensi a Roma dove durante la guerra rimanevano aperti l’Ambra Jovinelli e altri teatri dove si faceva satira politica. Come in quei periodi di grande austerità anche oggi la risata è catartica, necessaria, utile. Non faccio satira politica perché ha una data di scadenza; preferisco la satira di costume. Non do alla politica ulteriore palcoscenico, mi limito a qualche invettiva rischiando il populismo”. Sappiamo che è di bocca buona: si sta preparando per la cucina Romagnola? “Sicuramente mi preparerò per una piadina con lo squaqquerone. Devo scegliere se anche con il prosciutto cotto o crudo. Non credo sia tempo per i tortellini” conclude ridendo.

[Testata: Corriere Romagna – pagina Cultura&Spettacoli – Data di pubblicazione: 23/08/2011 – Titolo: ENRICO BRIGNANO: “ROMA E’ UNO STATO MENTALE” – Autore: Nicoletta Cogoni]

Informazioni su Nicoletta Cogoni

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