//
you're reading...
Cinema, Cultura Underground, Musica

DA MUSTEENO A RANDOLPH CARTER

All’alba dell’uscita del secondo video dell’album d’esordio di Musteeno o Mastino, all’anagrafe Andrea Gorni, un racconto sul “Sacra Scrittura” era doveroso.

Il disco in questione è “Ipnosi Collettiva”, un lavoro attesissimo e che ha saputo soddisfare anche i più pignoli. Di questo ne ha già parlato un mese fa ROUTESmag, per chi volesse e non l’avesse già fatto, cliccando qui può trovare un’intervista infinita dove Musteeno spiega e racconta tutto il progetto: dalle produzioni ai testi. Oggi concentriamo l’attenzione sul video di “Sacra Scrittura”, un “corto-musicale” ispirato al cinema horror degli anni ’80: si tratta di un tributo a quel periodo? “Sì, il video è una dimostrazione della tua affermazione, ma questo non è un punto di forza, è inutile negarlo. Te lo dice uno che spinge a tre centesimi, da anni, roba che entra nei circoli di poesia e nelle università (sì, sono stato citato a mia volta in un paio di tesi sulle faccende di Hip Hop): se non c’è pastura è tutto più difficile. Facciamo una netta distinzione tra tre atteggiamenti ricorrenti (non che siano le uniche vie, ma serve a semplificare): uno – mi importa dei contanti perché voglio campare dignitosamente con la mia musica e venderei anche mia mamma per farlo; due – faccio il duro e puro ammazzandomi il sistema nervoso e comportandomi con i soldi come farei con la peste bubbonica; tre – cerco di realizzare i miei sogni e alimentare le mie passioni anche quando non ci sono soldi. Beh, nel nostro caso la tre, grazie. Ma non voglio dire che noi siamo i fighi e gli altri sono stronzi, perché ti mentirei se dicessi che “va bene così”, ‘Sta fava! In questo progetto abbiamo buttato davvero del sangue e ci sono state discussioni interminabili che rischiavano pure di non far uscire il video, sulle ultime battute. Ho davvero dovuto far appello a tutta la pazienza e la determinazione che avevo in corpo (oltre che mettere mano ripetutamente a un portafogli già abbastanza salassato del suo) per portare a casa il risultato. La soluzione ai miei problemi: fate circolare più denaro in tutto il panorama (non sempre e solo dove già stanno imballati) e vedrete che le cose vanno in porto con tanta di quella creatività e vitalità che ne verrete sommersi”. Con questo video sottolinei la tua passione per il cinema: videoclip d’autore diretto da Massimo Bod Ciceri e un truccatore (Andrea Leanza) già noto al grande schermo. Com’è nata la collaborazione con loro e come l’idea del soggetto? Perché una trasformazione in R.Carter? Quale l’affinità con il singolo? “Posso rendere l’idea della situazione solo con l’espressione “fatto in casa”, caricandola delle cose più positive che può portarsi dietro una perifrasi del genere. Bod è un amico da alcuni lustri, Andrea è mio cognato. Il video è stato realizzato in maniera spontanea e genuina e ogni componente della troupe ha portato il proprio contributo mettendoci del proprio in termini di tempo e mezzi; abbiamo realizzato una sorta di vero e proprio “laboratorio artigianale” (soprattutto per le riprese in interni) dove le mansioni – a parte quelle strettamente tecniche – si integravano e compenetravano l’una nell’altra proprio come gli ingredienti della pasta della focaccia. Questo voglio dire con “fatto in casa” continua Musteeno, interprete protagonista del video che da rapper si trasforma presto in Randolph Carter. “Il soggetto trae spunto dalla copertina del disco (la mia faccia scarnificata, idea di Bod) e dalla voglia di realizzare un piccolo cortometraggio che trovasse tutti i partecipanti d’accordo sul gusto estetico da utilizzare. Ci siamo ritrovati su Fulci, Bava & co. e abbiamo ritenuto più importante l’aspetto “cinematografico” più che quello strettamente legato al testo della canzone. Lo so, è un po’ una scelta in controtendenza quella di non fare un video per non udenti (scusate la pessima battuta) dove tutto sia super evidente e ad accesso facilitato ma se vi siete sentiti il disco capirete che nulla è fatto in questa maniera, per quel che mi riguarda. Carter (oltre che il personaggio/sognatore di H.P. Lovecraft) è il mio alter ego dai tempi del primo singolo della Night Skinny Crew (“So cosa vuoi” su “Resoconti e ricerche” – Relief Records 2005) e questo non fa che accentuare il carattere onirico dell’intreccio”. Ma diccela tutta: quanto ti sei divertito a realizzare questo video? “Avresti dovuto vedere l’espressione del ragazzo delle pizze quando gli sono corso incontro con la faccia tumefatta e piena di sangue urlando “FAME! FAME! FAME!”; o l’infarto che ho fatto venire a mio cognato (un altro, non Andrea) quando mi sono tuffato nel finestrino della sua macchina con aria vagamente killer. Purtroppo mi hanno impedito l’aperitivo “in maschera” per motivi di tempo. Priceless! Per il resto, rotolarsi per terra, recitare nel puzzo di piscio della stazione Garibaldi qui a Milano, stare sul set per 20 ore filate, fanno molto neorealismo italiano e molto indie. Ma anche male al fisico”. Siamo sicuri che la tua compagna ti riaccolga in casa dopo aver vestito questi panni? “Non hai capito: nei momenti di libido pesa mi insegue con la boccia di acido per squagliarmi la faccia e mi chiama Randolph Carter tenendomi un coltellaccio da cucina sulla gola nei momenti più intimi. Sta iniziando a diventare scomoda come situazione. Il personaggio alle volte prende il sopravvento”. Niente paura, quindi. Se dopo la visione di Sacra Scrittura doveste temere il personaggio, tenete bene in mente la sua ironia e il suo prendersi poco sul serio che ne fanno un grande artista oltre che una grande persona.

[Testata: CertaStampa– Data di pubblicazione: 26/12/2011 – Titolo: DA MUSTEENO A RANDOLPH CARTER- Autore: Nicoletta Cogoni]

Informazioni su Nicoletta Cogoni

parole, parole, parole.

Discussione

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Enter your email address to follow this blog and receive notifications of new posts by email.