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RAPROPOS: A PROPOSITO DEL RAP CHE RACCONTA LA FRANCIA

Prendi un disco dei Le Rumeur, accomodati in poltrona e dai inizio al viaggio. Uno zig zag tra i palazzi delle banlieue e le comode sedute dei politici francesi. Questo è Rapropos, il nuovo libro di Luca Gricinella, edito da Agenzia X, nelle librerie dal 14 marzo 2012. Una penna, quella di Gricinella, che ai lettori più attenti non risulterà nuova. Classe ’73, giornalista freelance, lo ricordiamo soprattutto per i suoi articoli su Alias – Il Manifesto e Rumore. Uno dei pochissimi a scrivere e, se vogliamo, a supportare la cultura hip hop e in modo particolare il rap sulla stampa nazionale. La sua attenzione all’aspetto prettamente sociologico del tema rende certamente degno di nota l’autore di questo progetto “a proposito di rap”, appunto. Impossibile non domandarsi come un professionista, uscito dalla Civica Scuola di Cinema di Milano, sia finito nell’oblio del giornalismo musicale. “Nel 1990 avevo diciassette anni, dunque ho incrociato i primi rap in italiano in un’età in cui è facile entusiasmarsi, specie se fino a quel momento hai avuto a che fare per lo più con musica cantata in inglese mentre sin dalla scuola media hai studiato come unica lingua straniera il francese. In realtà l’entusiasmo di quegli anni, forse derivante dall’illusione di essere usciti dal rullo compressore degli anni ’80, riguardava anche ventenni e trentenni e i testi musicali cantati in italiano (non mi riferisco solo al rap) erano uno degli elementi scatenanti di quel clima che cercava di prendere le distanze appunto dalla plastica degli anni ’80. Qualche anno dopo questo boom di rime in italiano ho frequentato il biennio professionale di sceneggiatore e autore tv presso la Civica Scuola di Cinema di Milano perché volevo scrivere e da anni seguivo il cinema come e più della musica. Uscito da lì, a maggiore ragione volevo scrivere e a quel punto mi sono ricordato della passione per il rap così ho provato a proporre prima recensioni, poi articoli e interviste a qualche testata” racconta Luca Gricinella all’alba dell’uscita di Rapropos, un documento dove una scena musicale estremamente forte e radicata in Francia si racconta e si fa raccontare. Dove nasce l’interesse per il rap francese? “Nel 1996 ho vissuto a Parigi. Dall’anno si può intuire come l’entusiasmo di cui parlavo prima era ancora vivo. In Italia a dirla tutta stava scemando ma in Francia bastava ascoltare una radio importante per il rap francese e molto presente in città come Radio Nova per rendersi conto che il rap aveva ancora molto da dire, anzi stava continuando a crescere. Si poteva insomma riconoscere quel fermento che qui si è perso anche per polemiche e spaccature interne alla scena, oltre che per questioni e dinamiche sociali e culturali di certo differenti rispetto alla Francia”. Un saggio dove non mancano gli interventi di artisti più o meno conosciuti dalle orecchie italiane; dove non si sorvola sui nei di questo teatro, nascondendo aspetti contraddittori; dove nulla è lasciato al caso dalle dichiarazioni di un segretario di stato come Nadine Morano alle denunce del NTM; dove si tratta l’argomento con la dovuta schiettezza. La stessa franchezza che rende vivo – o perlomeno dovrebbe- il rap. Una raccolta di spunti per intraprendere il discorso infinito sui sobborghi francesi o per approfondirne uno degli aspetti che caratterizzano queste periferie. Si parla di processi, di legami religiosi e politici, di ideologie, di rabbia, rivolte, ma anche di paralleli tra la quotidianità del ghetto, quella degli oppositori del verlan e le “comiche” di un sistema tutto italiano. Com’è nata l’idea del libro e cosa ti ha spinto a cimentarti in questo lavoro? “Capire come mai in un Paese così vicino all’Italia si sia sviluppato il secondo mercato hip hop al mondo e, con ogni probabilità, la scena rap nazionale con il più alto tasso di impegno. Il rap in Francia è un fenomeno popolare ma credibile e in più casi radicale. Un fenomeno quanto meno originale” risponde Luca. Rapropos è un libro che racconta una cultura musicale molto forte in Francia, legata inevitabilmente ad aspetti socio-politici. Eppure capita che l’attenzione venga spostata anche su alcuni avvenimenti e personaggi italiani. Francia – Italia. Italia – Francia. Una liaison che persiste: dalla storia ai mondiali di calcio (come hai ricordato nel libro); dalla musica alla politica del ridicolo. “Infatti credo che la Francia, tra i paesi confinanti sia quello più affine all’Italia, anche per i continui e inevitabili scambi che avvengono in diversi settori. Nel libro intervisto Keira Maameri, una cineasta francese di origine algerina che ha girato vari documentari sull’hip hop, tra cui uno notevole sul rapporto tra rap e Islam. Parlandomi dei suoi progetti futuri mi ha detto che per il momento metterà da parte l’hip hop per investigare sul calcio francese e soprattutto sul razzismo all’interno del calcio professionista. A occhio e croce il razzismo interno al calcio non riguarda certo più la Francia dell’Italia. Nel bene e nel male credo che Francia e Italia si influenzino con una certa intensità. Purtroppo nel rap gli influssi transalpini sono ancora pochi. Forse bisognerà aspettare che si faccia strada una prima folta generazione di italiani di origine africana (o, perché no, filippina, per esempio) e si potranno azzardare paragoni” conclude l’autore, che ha raccontato una Francia che si tende a dimenticare e di cui se ne parla veramente troppo poco. Fortunatamente c’è chi condivide l’informazione e anche chi sa riconoscere il potere che la musica di fatto ha in certi contesti.

[Testata: CertaStampa– Data di pubblicazione: 13/03/2012 – Titolo: RAPROPOS: A PROPOSITO DEL RAP CHE RACCONTA LA FRANCIA. Intervista a Luca Gricinella, autore del saggio Rapropos – Autore: Nicoletta Cogoni]

Informazioni su Nicoletta Cogoni

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